Basta ipocrisie: zone a luci rosse o legalizzare la prostituzione

Basta ipocrisie: zone a luci rosse o legalizzare la prostituzione

di Giuseppe Ciraolo

Un cespite sicuro su cui far cassa è il multimiliardario mercato della prostituzione, un mercato che esiste e sempre esisterà, perché  al netto delle soggettive opinioni morali  bisogna riconoscere che risponde a una domanda diffusa e assolve a una funzione sociale. A tutt’oggi è un mercato nero, di sfruttamento mafioso e di sommersione fiscale, in Italia si parla di 1,2 miliardi l’anno che vengono spartiti tra tutti  gli sfruttati, si tratta di un clamoroso esempio di evasione fiscale fortemente voluta dallo Stato e dalla Politica che in questi anni hanno solo chiacchierato. I

n paesi dell’ Unione Europea come Paesi BassiGermania dove dal 2002 la prostituzione è considerata un lavoro con relativa assicurazione sanitaria, sussidio di disoccupazione, permessi, pensione e la prestazione è sovente esercitata nelle case chiuse, continuando con AustriaSvizzeraGreciaUngheria e Lettonia la prostituzione è legale e regolamentata. La legalizzazione sovente include l'imposizione di tasse e restrizioni, più o meno ampie, nell'esercizio della prostituzione anche con l'individuazione di luoghi preposti all'esercizio dell'attività e la prescrizione di controlli sanitari obbligatori per prostitute e prostituti per la prevenzione e il contenimento delle malattie veneree e l'obbligo di segnalare attività e residenza. Questo vorrebbe dire meno malattie, e più controllo medico. Non macellerie nei corsi e sconcerto tra i passanti (anche minori). “Papà cosa fa quella signora mezza nuda in strada con questo freddo?” L’avrete sentita tantissime volte questa frase.

Da qui si ripartirebbe per un nuovo modello sociale  anche per tutelare i minori nella loro innocenza. La domanda che ci sorge spontanea è la seguente: ma quante sono le prostitute nel nostro paese ?
La stima è necessariamente approssimativa,  secondo un indagine fatta dalla Guardia di Finanza sulle strade italiane si prostituirebbero dalle 50 alle 70 mila persone. Ecco gli altri numeri del fenomeno. Il 65% lavora in albergo, il 35% in appartamento , il 20% del totale è minorenne.
Tra le 15.000 e le 25.000 le prostitute straniere. Soprattutto nigeriane, ma anche albanesi, polacche e bielorusse.
Da 5.000 a 7.000 euro: tanto rende al mese una prostituta al suo sfruttatore.
Tra il 10 e il 30% del totale i transessuali che si prostituiscono.
Nove milioni: il numero dei clienti che si rivolgono al sesso a pagamento.
Almeno 100 milioni di euro al mese. Legalizzarla vorrebbe dire regolamentare la posizione tributaria di  quasi 300.000persone. Spero che lo Stato riconosca al più presto  la prostituzione come attività professionale questo secondo me avrebbe un vantaggio non solo di carattere fiscale ma anche di sociale, impedendo maltrattamenti e sfruttamenti. Non perdiamo questo treno.
 

Giuseppe Ciraolo classe 87, laureato in relazioni internazionali , collabora con diverse testate giornalistiche on-line tra cui L'Universale , è membro delle direzione regionale del lazio dei Giovani Democratici. Beccato alla prima Leopolda, quella Renzi-Civati, con un discorso contro il PD siciliano alleato di Lombardo.


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