L'Italia e la Sicilia cambiano verso: diamo il via al Congresso nel nome di Matteo Renzi

L'Italia e la Sicilia cambiano verso: diamo il via al Congresso nel nome di Matteo Renzi

Matteo Orfini (pro Cuperlo) ha dichiarato ieri: "Finiremo in minoranza, ma l'egemonia culturale e politica resta a noi, alla sinistra". 
"Voi, noi".."egemonia"? Che modo di parlare è?
Se sfida di partito c'è non è tra chi è più a sinistra di chi è già a sinistra, bensì è tutta contro l'apparato passato e al modus operandi, alle modalità, ai metodi. 
 
La sinistra si attua, non si "racconta". La sinistra non è un proposito o un programma, o bel pensare, caro Orfini: è una pratica del fare, è un'operatività. FOrse da quelle parti lo si è dimentaco da troppo tempo.
In 30 anni la si è solo raccontata la sinistra promossa dagli apparati, con parole sempre più raffinate e colte ma senza idee vere, smentendola poi, puntualmente e matematicamente, negli atti, nelle decisioni di governo, nelle mezze posizioni su tutto. Una mancanza di idee e di senso della realtà tale che lasciato via libera a tattiche e strategie , non alla politica, una mancanza di operatività e di capacità di scelta che ha portato il PD a essere immobile e incapace: sulla scuola, sui diritti, sul lavoro.
 
Il PD dell'apparato semplicemente non c'è stato nei fatti, non nelle bellissime e e meravigliose e "colte" parole, non c'è nei luoghi della scuola, all'atto di decidere, per la scuola statale, per il suo presente e per il suo futuro, non c'è stato nei luoghi del lavoro all'atto di decidere, non c'è stato nell'ambito dei diritti all'atto di decidere, su aborto, fecondazione assistita, migranti, tematiche lgbt, non c'è stato nelle scelte ambientali nel momento di prendere posizioni nette e ferme, ad esempio contro il nucleare o la Tav.
 
Decidere vuol dire Sì sì  o No No. Sì sì o No no. Non ce n'è mezze misure se scegli di stare dalla parte del fare. O fai o non fai.
 
L'egemonia culturale della sinistra deve tornare ad essere quella dei fatti non quella della narrazione o del programma.
Elenchi lunghissimi di promesse immaginifiche e sì "politicamente e correttamente di sinistra" , smentite poi con realismo politico nei luoghi delle decisioni concrete. Una parola sola: F35, come simbolo del "faremo ma poi non faccio".
La vera sinistra è quella che indica le vie del fare e le percorre, e le percorre, non quella che cambia strada. 
Abbiamo assistito a venti anni di sinistra del Fare nulla o del Fare poco e male o dello Star fermi. Silenzi imbarazzanti e mezze scelte ne abbiam vissuti troppi.
 
E adesso? Decreto Lavoro, Decreto Scuola, Decreto Femminicidio, Imu a metà/tornoindietro e torno avanti.
Tutti esempi dell' "egemonia della mezza scelta dell'Apparato" .
Fare poco e male, tentennare, mediare, compromettere le decisioni al ribasso.
 
Ecco, l'egemonia culturale che voglio per il PD, caro Orfini, è quella del coraggio che non media e che non si compromette al ribasso credendo di non scontentar nessun. Perchè non è capace di assumersi responsabilità. Del Coraggio per cambiare. Del Coraggio delle Scelte nette per cambiare verso alla nostra Italia. Scelte nette. 
 
Le parole? Quelle di sempre, le parole della sinistra che abbiamo svenduto e tradito in questi anni con la politica del passettino o del cacciavite: lavoro, scuola, diritti, ambiente. Si compiano scelte radicali.
Si cambi il contratto dei docenti dando loro finalmente una diversa e definita organizzazione oraria, perchè lasciarli sviliti nell'accusa perenne e falsa dello scansafatiche? I primi a soffrirne sono loro, avviliti da un lavoro enorme e sommerso che nessuno può riconoscere. La scuola è il primo bacino elettorale del PD.
 
E così deve tornare ad essere primo bacino elettorale del PD il lavoro: operai, precari, l'esercito delle partite iva, dei disoccupati. Scelte radicali e anche impopolari togliendo garanzie ai potenti plurigarantiti per dare almeno una speranza a costoro. 
E così il mondo dei diritti: non esitiamo, non esitiamo a dar corso ai cambiamenti che ci chiede il Paese. Se esitiamo nei diritti non esistiamo. E questa sì è una scelta culturale. 
E così le grandi questioni ambientali: nucleare, tav, muos, ma anche rifiuti, energia, paesaggio, consumo del suolo.
 
Sostengo da sempre chi vuole cambiare verso all'Italia compiendo scelte radicali che non siano di facciata ma che smontino quegli apparati immobili che bloccano in ogni angolo del Paese nel nome di azioni concrete per migliorare il vivere comune. La rivoluzione non è un annuncio, non è uno slogan, la rivoluzione è un fatto che oggi si concretizza nel rinnovamento delle classi dirigenti, nello smottamento di equilibri malsani, nel rifiuto del consociativismo e dell'immobilismo, oltre e soprattutto che nel far bene le cose.
Il politico onesto è il politico capace. Siamo stanchi di scelte mediocri gestite da persone meno che mediocri. Vale per l'Italia, vale per le farraginose macchine ministeriali, vere dighe contro i cambiamenti, vale per la Sicilia e per il suo sottobosco governativo sciatto, inamovibile e costante.
Una sinistra dei migliori, in cui chi rimane indietro viene comunque aiutato. E non confonde le garanzie coi garantismi, la tutela degli ultimi con l'assistenzialismo e il clientelismo, che non confonde merito con cooptazione. Una sinistra in cui libertà di scelta e indipendenza di pensiero siano valori e premessa di miglioramento, non modalità da rifuggire o condannare. Questo abbiamo difeso per tanti anni dentro il PD, contro tutto e contro tutti, contro il tuo apparato, caro Orfini: che la libertà di scelta e di pensiero è uno dei valori più grandi del vivere umano. Non un atto pericoloso o condannabile. 
 
Che chiami Renzi o si chiami Giustino, alla fine, poco conta, non è il leaderismo quello che ci appassiona, ma la selezione dei protagonisti del cambiamento sulla base di idee nuove e radicali, sulla base del fare e fare bene: noi vogliamo che questa Italia cambi verso, che questa Sicilia cambi verso. Verso il Futuro. 
 
Si tratta di cambiare il DNA al Paese, qualora non si fosse capito, e mi sa, caro Orfini, che non lo hai ben capito. Nessuno cerca "egemonie", qua si cerca il futuro possibile. Questa è una sfida culturale: un futuro possibile.
 
Diamo il via al Congresso. L'Italia cambia verso. La Sicilia cambia verso.
 
Mila Spicola
Presidente Comitato Scientifico Big Bang Sicilia

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