ZONE FRANCHE URBANE: un'opportunità da cogliere o l'ennesima occasione da perdere?

ZONE FRANCHE URBANE: un'opportunità da cogliere o l'ennesima occasione da perdere?

di Iole Nicolai

Zone Franche Urbane: un’opportunità da cogliere o l’ennesima occasione da perdere?

Breve riflessione sullo stato dell’arte. Con la riflessione che segue intendo richiamare l’attenzione su di un tema avente ad oggetto uno “strumento” che, sebbene io stessa non lo consideri la panacea del malessere economico che affligge la nostra terra, ritengo possa essere visto come una opportunità che, tuttavia, rischia di tradursi nell'ennesima occasione persa.

Per chi non avesse seguito la questione, premetto che le Zone Franche Urbane (ZFU), disciplinate da una norma fiscale di carattere agevolativo di recente introduzione, sono quelle aree locali aventi una dimensione minima prestabilita, distribuite sull'intero territorio nazionale, individuate in maniera funzionale rispetto a strategie di sviluppo o di pianificazione urbana più ampia, con l'obiettivo di favorire lo sviluppo economico e sociale di quartieri ed aree urbane caratterizzati da disagio sociale, economico e occupazionale e con potenzialità di sviluppo inespresse (in questo caso, si tratta delle regioni inserite nell’ obiettivo "Convergenza" - Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e provincia di Carbonia-Iglesias), attraverso la previsione di specifiche misure fiscali di favore.

Più specificamente, a monte dell’ istituzione delle ZFU si pone la previsione di programmi agevolativi di defiscalizzazione per le piccole e micro imprese (agevolazioni rientranti tra quelle c.d. "de minimis"), localizzate in aree geografiche svantaggiate, “al fine di contrastare i fenomeni di esclusione sociale negli spazi urbani e favorire l'integrazione sociale e culturale delle popolazioni abitanti in circoscrizioni o quartieri delle città caratterizzati da degrado urbano e sociale e al fine, altresì, di rafforzare la crescita imprenditoriale e occupazionale nelle piccole e micro imprese ivi localizzate”.

In questa scia, negli ultimi tempi il piano di intervento previsto con l'istituzione delle ZFU, sembrerebbe avere subito una certa accelerazione. A tal fine, il Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, ha attivato un fondo per le agevolazioni fiscali e contributive.

È del mese di luglio scorso, la pubblicazione, in Gazzetta Ufficiale, del decreto del Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze del 10 aprile 2013, con il quale sono state stabilite condizioni, limiti, modalità e termini di decorrenza delle agevolazioni fiscali e contributive (la dotazione finanziaria complessiva è pari a 303 milioni di euro, integrabili con ulteriori risorse regionali).

A partire dal prossimo settembre, inoltre, dovrebbero essere disponibili i bandi (con il relativo modello di istanza per la richiesta delle agevolazioni) per consentire, ai soggetti in possesso dei requisiti previsti nel decreto, di accedere alle agevolazioni con esso previste.

Più nel dettaglio, i soggetti - le piccole e medie imprese, individuate secondo i parametri comunitari - che, presentando apposita istanza, avranno accesso ai benefici in oggetto, potranno godere di una serie di agevolazioni e sgravi fiscali, consistenti nella esenzione dalle imposte sui redditi (IRPEF, IRES), esenzione dall'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP), esenzione dall'imposta municipale propria (IMU) per gli immobili siti nelle dette zone, esonero dal versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente.

Fatte queste premesse, andando alla dimensione siciliana, va detto che, secondo quanto  confermato dallo stesso assessore regionale alle Attività produttive, in Sicilia, le zone franche urbane per le quali dovrebbero essere in arrivo i fondi (pare si tratti di 155 milioni di euro) e sulle quali la Regione siciliana interverrà gestendo alcune riserve finanziarie, sono 17 (si tratta di: Catania, Gela, Erice, Termini Imerese con estensione all'area industriale, Messina, Barcellona, Aci catena, Castelvetrano, Palermo Brancaccio, Trapani, Bagheria, Acireale, Giarre, Palermo porto, Sciacca, Enna, Vittoria).

Ora, venendo alla preoccupazione che avverto e che, in attesa della pubblicazione dei bandi (settembre è alle porte!!!),  rimetto alla vostra attenzione, mi chiedo se quanto previsto dal legislatore con gli strumenti sopra citati si tradurrà in un concreto aiuto alle realtà effettivamente e potenzialmente produttive dei territori considerati ma, soprattutto, mi chiedo quali e quante di queste realtà sapranno e potranno farsi parte attiva per concorrere ed accedere a questo regime agevolativo.

Inoltre, tenendo conto della “temperatura” politica (e perché no: burocratica) regionale, mi chiedo se la Sicilia saprà condurre fino in fondo, gli impegni finanziari assunti per garantire continuità ed efficacia nelle diverse fasi del ciclo di attuazione del sistema di incentivi,  partendo dalla fase di progetto, fino a quella del rispetto degli impegni finanziari assunti.

Gli imprenditori locali (a maggior ragione se di piccole dimensioni), in un momento così delicato della vita economica della nostra regione (come del resto dell'Italia), e considerando il rischio della revoca delle agevolazioni riconosciute, hanno bisogno di supporto che sia certo ed affidabile.

E se è pur vero che, quello in considerazione, non sarà il meccanismo decisivo per far uscire il territorio dalla crisi che lo sta investendo, è pur sempre “qualcosa”, a patto che non si traduca nell’ennesimo strumento risucchiato nel buco nero della gestione clientelare delle risorse.

Dopotutto, considerando la nostra storia, anche quella più recente, non possiamo pensare di dormire sonni tranquilli, tanto più se - come in questo caso - ci si trova innanzi le  (piccole) imprese, ovvero realtà vere, fatte di persone vere.

Insomma, si tratta di di un’opportunità da cogliere o di una occasione da perdere, ancora una volta?

 

Iole NicolaiAvvocato tributarista, esercita la professione presso la sede romana di uno Studio Tributario internazionale. Dopo la laurea, frequenta un master in diritto tributario presso l`Università “Luiss” di Roma e successivamente si specializza in Diritto doganale e delle accise presso l`Università “Cattolica” di Milano.  È autore di pubblicazioni in materia tributaria. Negli anni degli studi universitari ha collaborato alla stesura di alcune edizioni del “Rapporto ecomafia” di Legambiente ed ha collaborato con l’Acio nell’ambito di un progetto per la lotta al racket  e all’usura. E’ iscritta al PD sin dalla sua fondazione. Segretaria di Circolo Territoriale.  Attualmente è componente dell`Assemblea Regionale del PD Siciliano. Aderendo sin dalla prima “Leopolda” al progetto di rinnovamento intrapreso da Matteo Renzi,  è stata promotrice e coordinatrice del Comitato “Adesso!” per Matteo Renzi dei Nebrodi.

 

 

 


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